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A proposito di Isole Curili, propaganda giapponese e “pudore” di Stalin

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Fonte: Strategic Culture Foundation

Se qualcuno degli analisti russi s’era fatto illusioni che il nuovo partito al governo del Giappone sarebbe stato più realista riguardo la questione delle Isole Curili Meridionali, quest’illusione sarebbe svanita dopo il 17 ottobre, allorché il Ministero del Territorio, Infrastrutture e Trasporti Seiji Maehara definì le isole “territori illegalmente occupati”. Osservando le isole russe da una motovedetta della guardia costiera Maehara ha detto: “Ho visto quelle isole e ho capito che sono un nostro territorio da tempo immemorabile!”

Dopo una protesta del Ministro degli Esteri russo Maehara disse che il suo ragionamento riguardo lo status delle 4 isole Curili era assolutamente coerente con il corso della politica estera del nuovo Primo Ministro Yukio Khatoyama. Possiamo interpretarlo come segue: Mosca non si può aspettare che con il Partito Democratico al governo il Giappone diventerà maggiormente cooperativo. È dalla Russia che ci si aspetta maggior cooperazione.

I politici giapponesi stanno tentando molto insistentemente di riottenere “i territori settentrionali”. Per più di 20 anni hanno tentato di influenzare l’opinione pubblica in Russia per giustificare il trasferimento delle Isole Curili al Giappone. Con quali motivazioni? Un sacco. La prima argomentazione – Guarda, quant’è grande la Russia e quant’è piccolo il Giappone! Perché la Russia ha bisogno di queste quattro piccole isole alla sua periferia? Niente petrolio, niente gas. Restituitele al Giappone e basta. In cambio riceverete il pieno di investimenti da parte delle compagnie giapponesi. E finalmente stipuleremo l’accordo di pace, il ché non è una cosa secondaria. Ai tempi del Governo Gorbacev il quotidiano Izvestia era solito ricevere lettere da cittadini russi che sostenevano l’idea di restituire le isole al Giappone. Una delle lettere era stata addirittura inviata da un operaio che era stato membro del Partito Comunista dal 1956.

Anche alcuni scienziati russi orientali sostengono l’idea. Costoro erano soprattutto quelli scienziati che erano dipendenti dagli aiuti che ricevevano dalle fondazioni scientifiche giapponesi allorché lo stato sovietico smise di finanziare la scienza. Scienziati e diplomatici stanno scavando più a fondo di un comune minatore e se ne escono con argomenti giuridicamente fondati a favore del considerare le Curili Meridionali in guisa di territorio giapponese. In definitiva ne abbiamo un’immagine siffatta: il Giappone è la vittima e l’Unione Sovietica è l’aggressore, che si è preso territori su cui non ebbe mai alcun diritto. La posizione ufficiale di Tokio è diventata dominante nei circoli scientifici e pseudoscientifici russi. Addirittura l’ampio uso della definizione “Territori Settentrionali” porta acqua al mulino del nuovo imperialismo giapponese poiché questa definizione era stato preso dal linguaggio dell’avversario che guida la rimodulazione della coscienza di coloro che lo presero.

La storia della sovranità sulle isole di Iturup, Kunashir, Shikotan ed Habomai è controversa e la si può interpretare diversamente a seconda del punto di vista. Uno degli argomenti a favore del Giappone in questa disputa territoriale è la sua pretesa che fu il popolo giapponese a scoprire le isole. Questa versione è debole e non molto convincente per convalidare i diritti del Giappone a governare le Isole Curili Meridionali.

Effettivamente i giapponesi furono i primi ad avere informazioni riguardo le isole durante le loro spedizioni nel 1653 all’isola di Hokkaido che a quel tempo era quasi lo stesso che il Selvaggio West per gli Stati Uniti. All’epoca il Giappone non prese il controllo completo di Hokkaido e fu per colpa del conflitti con gli indigeni che la spedizione giapponese non riuscì a raggiungere le Isole Curili. I giapponesi scoprirono solamente che le isole esistevano.

I primi stranieri che visitarono le isole contese furono dei cercatori d’oro olandesi della spedizione di Maarten Gerritsen de Vries. Esplorarono il piccolo anello delle Curili nel 1643 e fecero una mappa dettagliata dell’area. Gli olandesi fallirono nella ricerca d’oro e vendettero la mappa al Giappone. Avendo tale mappa a loro disposizione i Giapponesi stanno tentando di provare che essi furono i primi su queste isole. Quest’argomento è più che controverso. Gli olandesi avrebbero potuto annettere le isole ai Paesi Bassi e poi cederle al Giappone. Ma non ne fecero parte del proprio paese, sicché non poterono cederle affatto al Giappone. Ed i marinai giapponesi non misero piede sulle isole.

Dopo gli olandesi i primi viaggiatori che vennero sulle isole furono russi. Accadde nel 1738-1739 durante la spedizione di Martyn Shpanberg. La sua imbarcazione navigò lungo l’anello delle Curili sopra Hokkaido. Shpanberg fece una mappa dell’area e fece prestare ai governanti locali giuramento di alleanza allo Zar russo. Da allora le Curili Meridionali sono state territorio russo.

Però in seguito il Giappone divenne più forte e più potente e decise che avrebbe potuto comandare la regione dell’Estremo Oriente come desiderava. Nel 1845, l’Impero giapponese proclamò unilateralmente la sua sovranità non solo sulle quattro isole dell’anello delle Curili, ma su tutte le isole Curili e l’isola di Sakhalin. Lo zar russo Nicola I era furioso, ma a quel tempo la situazione in Crimea stava peggiorando e lo zar russo dovette concentrarvi tutte le forze. La guerra di Crimea non consentì alla Russia di compiere passi efficaci per restaurare la propria sovranità sui territori dell’Estremo Oriente. Tuttavia la Russia non riconobbe affatto la sovranità giapponese su questi territori.

Il primo accordo russo-giapponese per definire lo status di Sakhalin e delle Isole Curili fu il trattato di Shimoda del 1855. Secondo il trattato il confine fra Russia e Giappone doveva correre fra le isole di Etorofu e Uruppu e l’isola di Sakhalin/Karafuto doveva restare sotto il condominio russo-giapponese. Etorofu apparterrà interamente al Giappone così come le isole di Kunashiri, Shikotan e le isole Habomai.

In tutte le dispute diplomatiche i diplomatici giapponesi si riferiscono sempre al trattato di Shimoda che per primo fissò le relazioni ufficiali fra Russia e Giappone. Presso il popolo giapponese il 7 febbraio è celebrato ogni anno come il Giorno dei Territori Settentrionali.

In un susseguente Trattato di San Pietroburgo del 1857 Russia e Giappone s’accordarono affinché il Giappone rinunciasse a tutti i diritti su Sakhalin e in cambio la Russia rinunciasse a tutti i diritti sulle Isole Curili a favore del Giappone. Questo trattato ebbe valore sino al 1905 quando dopo la guerra russo-giapponese il Trattato di Portsmouth dette la metà meridionale dell’Isola di Sakhalin al Giappone. Nonostante Sergius Witte, che era allora il Presidente del Consiglio dei Ministri, affermasse che ciò contrastava col Trattato di San Pietroburgo, il Giappone rispose “La guerra cancella tutti i trattati. Voi avete perso la guerra quindi affrontate la nuova realtà”. Fu molto difficile per la Russia mantenere la parte settentrionale dell’isola di Sakhalin.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, gli Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina sottoscrissero la dichiarazione del Cairo. La dichiarazione non menzionava esplicitamente le Isole Curili, ma stabiliva: “Il Giappone verrà espulso da tutti quei territori che ha preso con violenza e avidità”.

L’accordo di Yalta stabilì che le Isole Curili sarebbero state date all’Unione Sovietica. La Dichiarazione di Potsdam definì che la sovranità giapponese sarebbe stata ridotta alle isole di Honshu, Hokkaido, Kyushu, Shikoku ed alcune isole minori che venivano indicate. Le isole dell’anello delle Curili non venivano menzionate nella dichiarazione.

Nell’agosto 1945, l’Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone e a settembre liberò le Isole Curili Meridionali comprese le 4 isole che il Giappone ha cercato di farsi restituire. Nel 1951 il Giappone ed i suoi ex nemici nella Seconda Guerra Mondiale firmarono il Trattato di Pace di San Francisco. In base a tale Trattato il Giappone rinunciò ai diritti su Sakhalin meridionale e le Isole Curili. A quel tempo l’URSS e gli USA erano già in uno stato di Guerra Fredda e l’Unione Sovietica non firmò il trattato per una serie di ragioni. In seguito il Giappone contestò il fatto che Kunashiri, Etorofu, Shikotan e gli isolotti Habomai non fanno tecnicamente parte delle Isole Curili e perciò non erano interessate dalle disposizioni del Tratatto di San Francisco e pertanto non aveva rinunciato alle sue rivendicazioni nei loro confronti.

Nel 1956 l’URSS ed il Giappone sottoscrissero una dichiarazione, che concludeva lo stato di guerra fra loro e restaurava le relazioni diplomatiche. In questa dichiarazione l’URSS espresse la volontà di restituire le isole di Shikotan e Habomai al Giappone appena il Trattato di pace veniva sottoscritto, ma in cambio si aspettava che il Giappone diventasse uno stato neutrale e chiedesse agli USA di ritirare le truppe dal suo territorio. Però gli USA, che volevano mantenere la tensione vicino al confine orientale sovietico, minacciarono il Giappone affermando che se il Giappone rinunciava ai suoi diritti su Iturup e Kunashir gli USA non avrebbero restituito Okinawa. Perciò Tokyo respinse le proposte sovietiche. Poco dopo Usa e Giappone firmarono un accordo militare che poneva fine ai progetti di rendere il Giappone uno stato neutrale. E l’URSS ritirò le sue proposte.

Considerando tutto ciò, possiamo ben dire che la Russia abbia solide basi per possedere Iturup, Kunashir, Shikotan e Habomai.

Primo: i primi stranieri a por piede sul territorio dell’isola erano marinai russi. Essi fecero anche prestare agli autoctoni giuramento di alleanza con lo zar russo.

Secondo: il Trattato di Shimoda, con il quale la Russia riconobbe la sovranità giapponese sulle isole e cui il Giappone è incline a farci riferimento, è legalmente inefficace da un bel po’ di tempo. Il primo punto del Trattato recita: D’ora in poi ci saranno pace e sincera amicizia (fra Russia e Giappone). Il Giappone spezzò questo accordo nel 1904. A prescindere dal fatto che ammettere che il Trattato di Shimoda sia ancora in vigore metterebbe a rischio l’appartenenza alla Russia dell’isola di Sakhalin, il ché è inaccettabile.

Terzo: il Giappone intraprese una guerra d’aggressione contro la Russia. A quel tempo appartenevano al Giappone tutte le isole Curili e sotto il nome di Isole Curili si trovavano sia le isole ricevute in base al Trattato di San Pietroburgo sia le quattro isole che sono ora contese. Non venne fatta nessuna divisione fra queste isole. Nel corso della guerra il Giappone prese anche Sakhalin meridionale e allora la Russia dovette rinunciarvi poiché non era in grado di continuare la guerra. In seguito, quando la Russia divenne nuovamente forte, ossia nel 1945, era giunto il tempo per ottenere una compensazione dell’occupazione. L’URSS chiese le Isole Curili e il fatto che dal 1855 Russia non le avesse possedute non significa che non potessero venire assegnate all’URSS. La Prussia orientale non fu mai territorio russo ma in base agli accordi di Yalta e Potsdam fu assegnata all’URSS. Non si discute quindi riguardo le isole che erano state parte dell’Impero russo.

Per farla breve nel 1945 l’URSS avrebbe potuto chiedere Hokkaido tranquillamente poiché il danno derivante dall’occupazione giapponese fu enorme e i vincitori avevano il diritto di fissare le condizioni (La guerra cancella tutti i precedenti accordi). Tuttavia ora invece di essere grati a Stalin per il suo “pudore”, i politici giapponesi stanno ancora cercando di far sì che la comunità internazionale dimentichi le lezioni della storia.

Traduzione a cura di Lorenzo Salimbeni

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